Il Ricordo
inserita il: 02/02/2024 22:10
Il giorno del ricordo è stato istituito 20 anni fa per conservare memoria delle tragedie prodottisi a seguito delle lacerazioni che la seconda guerra mondiale ha determinato nei territori di confine tra Italia e Yugoslavia, e che hanno coinvolto intere popolazioni italiane dell’Istria, di Fiume, della Dalmazia e delle altre zone di confine, passate dall’Italia alla Jugoslavia, che sono stati per anni costrette ad un esodo forzato.
Le atrocità e le violenze che si determinarono in quel periodo, tra l’8 settembre 43 e la firma del trattato di pace di Parigi del 47, a danno di italiani residenti in quelle aree, hanno avuto come elemento di maggiore drammaticità “le foibe“.
Le foibe sono quelle profonde fenditure nel terreno presenti in quel territorio, dove sono stati gettati vivi e morti, da parte delle formazioni partigiane di Tito, migliaia di cittadini italiani e croati.
Una vera e propria epurazione, a seguito della riconquista dei territori appartenenti dal 1920 fino a quel momento all’Italia.
Le vicende sono molto complesse, le cause dei drammatici episodi vanno ricercate non solo nella evidente volontà del regime comunista di rideterminare la totale sovranità e controllo politico su quelle aree, ma anche nell’ambito delle contrapposizioni, degli odi e delle violenze che il regime fascista aveva precedentemente perpetuato e provocato a danno della popolazione slava con il processo forzato di italianizzazione, nella presenza dell’azione dei nazisti coadiuvati dai repubblichini italiani per il controllo delle aree occupate.
Una situazione di enorme complessità, ma che poi di fatto si è caratterizzata come una profonda ferita per centinaia di migliaia di italiani costretti all’esodo, all’abbandono delle proprie case, delle proprie radici.
Una vicenda che ha visto migliaia di innocenti barbaramente assassinati dalla disumanità della guerra e dalle logiche del totalitarismo. Malgrado gli scontri che si possono essere determinati tra negazionismo da un lato e esaltazione strumentale dall’altro, finalmente oggi non c’è una versione di destra o di sinistra per la ricostruzione storica.
C’è una verità dei fatti che non va dimenticata.
E il ricordo possa essere utile a non tornare più indietro, ma anche ad indignarci e mobilitarci quando situazioni analoghe appaiono ai nostri occhi in altre aree del mondo come sta accadendo oggi con l’esodo e la strage di innocenti in Palestina.
Non c’è molta differenza morire in una foiba o sotto le macerie di un palazzo crollato.
Il Sindaco