Una riflessione del Sindaco sulla giornata della Memoria

inserita il: 27/01/2025 21:14

Una riflessione del Sindaco sulla giornata della Memoria

Quello che hanno visto i miei occhi i ragazzi non lo devono vedere, ne’ loro ne ‘ i loro figli” diceva così un ex deportato di Auschwitz di 94 anni, con le lacrime agli occhi e la voce tremante . Ma purtroppo per lui e per noi tutti, ha fatto in tempo a vedere ancora, lui, e i ragazzi a cui parlava, le atrocità, la disumanità, la ferocia dei comportamenti umani. Certo non comparabile a quella dei campi di sterminio, non comparabile a quella scientifica e drammatica ferocia, a quella disumanità organizzata e pianificata, ma ancora disumanità, violenza, atrocità.

E’ quello che sta accadendo nelle molte guerre in corso nel mondo intero ed è quello che sta drammaticamente accadendo in Medioriente e nella striscia di Gaza. Un anno e mezzo di massacri, di morti , di violenze, di famiglie smembrate. Questo è quello che sta drammaticamente accadendo in quella parte del mondo. Noi siamo felici per la tregua della guerra in corso in Medioriente. Siamo felici per la liberazione degli ostaggi israeliani e per la liberazione dei prigionieri palestinesi. Ma fa davvero impressione sentire l’enfasi sui nostri media, per la liberazione di tre ostaggi israeliani, il loro ricongiungimento con le famiglie, il cagnolino che fa le feste , e poi a coda la notizia frettolosa, quasi come un orpello, che nella stessa giornata i bombardamenti hanno ucciso altri 50 /60 palestinesi, bambini donne , nella striscia di Gaza. Quando il valore della vita ha pesi e misure diverse, inizia una brutta fase della nostra storia. Ecco perché oggi è lacerante, inverosimile è incredibile vedere che un popolo come quello Ebraico, che è stato la vittima principale di uno degli episodi più drammatici, feroci e violenti della storia del mondo, non si ribelli di fronte allo sterminio di decine di migliaia di bambini e di persone innocenti, che il loro esercito, l’esercito dello Stato di Israele, ha prodotto in questo anno e mezzo a Gaza. Non c’è diritto alla sicurezza che possa giustificare fatti di questa natura. Le atrocità commesse da Hamas il 7 ottobre 2023 non possono giustificare un genocidio. Le migliaia di vittime innocenti israeliane, i ragazzi e le famiglie trucidati da Hamas con una violenza disumana, non possono comunque giustificare la distruzione sistematica di decine di migliaia di famiglie altrettanto innocenti. Al di là delle parole, questo dramma assomiglia ad una rappresaglia di cui oggi noi dobbiamo conservare la memoria per i fatti accaduti in Italia alla fine della guerra nel ‘44. Vedere i bambini mutilati, senza gambe, senza braccia, non può essere giustificato dal diritto alla sicurezza di uno Stato. L’umanità, la non violenza, il ripudio delle atrocità, dovrebbero essere il primo e più importante patrimonio di chi non vuole dimenticare e non ha dimenticato Auschwitz. Di chi ha subito una così devastante esperienza come quella della Shoah. Le contraddizioni di questo stato di cose rischiano di trasformare lo sdegno naturale che queste vicende provocano nelle coscienze, in antisemitismo e in antisionismo. Ma come si fa a non avere coscienza della drammaticità dell’esperienza che sta attraversando il Popolo Ebraico, che rischia con la guerra, con la violenza con l’uccisione di migliaia e migliaia di bambini a Gaza, di essere giudicato simile a coloro che sono stati i colpevoli del loro martirio? Come si fa a comprendere le ragioni di chi ha materialmente raso al suolo una comunità da oltre 2 milioni di abitanti? Come si fa a non capire che la solidarietà, la vicinanza, l’empatia che normalmente sono dovute ad un popolo, come quello ebraico, che ha subito “ciò che i nostri occhi, né quelli dei nostri figli non debbano più vedere“ rischiano di essere negate da azioni scellerate che possono far dire ad altri popoli “che queste cose che hanno visto i nostri occhi non devono essere più visibili dai nostri figli ne’ dai figli dei nostri figli”. In tanti altri luoghi del mondo abbiamo oggi scenari di guerra drammatici, che per le atrocità compiute assomigliano a ciò che noi oggi non dobbiamo dimenticare.

E’ questo il senso del giorno della memoria. E noi non dimenticheremo mai come, e in quali indicibili forme, il nazismo e il fascismo abbiano inferto una ferita indelebile alla stessa dimensione umana. Dobbiamo conservare e rivitalizzare ogni anno, e in ogni momento, la memoria di quella storia di ottant’anni fa in Europa e in Italia.

Ma quella memoria deve avere anche la forza e il diritto per non farci più ne’ compiere, ne’ tollerare atrocità a danno di chi ha comunque la sola “colpa“ di essere diverso da chi quelle atrocità infligge. Che si tratti di colore, di lingua, di religione, di orientamenti politici o sessuali o di altro. Il resto purtroppo è pura ipocrisia, spesso frutto di interessi inconfessabili, che forse contribuisce un bel po’ anche ad offuscare, strumentalmente, la nostra memoria.

Il Sindaco.

L Alessandro Giari